Pericoloso chi?

Quella bambina lì, in quello scatto polaroid sfocato (inizio ad avere qualche primavera) sono io.

Ho avuto l’impagabile fortuna di crescere in libertà (dalla foto in canotta e mutande, seduta per terra, si evince), di sporcarmi, spaccarmi qualche ossa, imparare ad aspettare, senza l’ausilio di un tablet o di un cellulare, di respirare col giusto scandire del tempo, di avere perennemente le ginocchia e i gomiti sbucciati.

(Ma) Soprattutto, ho avuto l’impagabile fortuna di crescere in mezzo ai cani, tanti cani, e di imparare a rispettare il loro mondo coadiuvato al mio.

La mia famiglia è sempre stata appassionata di bestiole, prettamente molossoidi e cani da caccia, con una gestione competente e consapevole imparata sul campo, con l’ausilio, perlomeno iniziale,  di professionisti.

Ausilio di professionisti, ci tengo a rimarcarlo.

I miei nonni, che vivevano in una casa indipendente, sono arrivati a possedere e amare sette cani, non esattamente di taglia pinscher, cagnoni .

In questo frame di felicità abbraccio un cucciolo di rottweiler, la mia Aska, “regalo” dei miei nonni per i miei cinque anni (alle mie coetanee venivano regalate barbie: io adoravo anche loro, e ne avevo a bizzeffe, ma preferivo la ludicità tra peli e bave); accanto è inquadrata Zena, pastore tedesco dal tratto caratteriale decisamente più zelante e accondiscendente, ma pur sempre di trenta Kg d’amore.

La mia Aska morirà cinque anni dopo, avvelenata da mani infami, forse dalle stesse che oggi additano ed elargiscono sui social trattati di cinofilia disciplinare, definendo  razze come i rottweiler pericolose e da sterminare:

PERICOLOSO CHI ?

Nella foto non sono inquadrati, ma i miei pomeriggi, come quello, erano condivisi anche con due schnauzer giganti, Grinta e Sir, uno schnauzer nano di nome Rasty e una yorkshire terrier di nome Sally.

Premettendo la mia totale assenza formativa in ambito cinofilo, comunico con la stessa passione che mi ha permesso di creare “Glassa”, rivolgendomi al pubblico da marketing del terrorismo, che sentenzia a sproposito per avere la vittima sacrificale degli ultimi mesi, ponendo un quesito:

“PERICOLOSO CHI ?”

L’acquirente canino, il più delle volte di allevamenti casalinghi, di pitbull e rottweilwer (cito i due esempi mediaticamente in voga corrente del terrore ), totalmente privi di tracciato genetico e senza possesso della minima competenza gestionale/caratteriale,  o i cani che vengono acquistati/adottati ?   

E’ pericoloso un cane che non vuole fare “cavalluccio” a un bambino ineducato e che si gira “male” o i genitori che permettono al bambino di far fare “cavalluccio” con lo stesso ? 

Un cane non è un pupazzo.

Un cane non è un complemento d’arredo.

Un cane non è il figlio mancato, senza il quale non vi sentiti esseri “finiti, che portate all’area cani costringendolo alla socializzazione con gli altri simili, perché anche lì, spesso, capitano spiacevoli ed evitabili incidenti.

“PERICOLOSO CHI “?

Nella mia umilissima e contestabile opinione sul fatto che la libertà di parola e scrittura da leoni di tastiera social, sia sfuggita di mano, e non ci sia regolamentazione che suffragi in merito, qual è il plus nel possedere un cane per poi maltrattarlo e giustamente farlo incazzare, o darlo via come un reso Amazon ?

Dov’è il buonsenso, dov’è il vostro ego, se non quello che credete di mostrare dai presunti e mancati pantaloni, nel voler fare se non si è in grado ?

Forse sarò stata fortunata nel non essere mai stata ferita da uno dei miei  “cani assassini” (ovviamente non oso immaginare il dolore e i sensi di colpa dei genitori ai quali è successa una tragedia simile, anzi, sono loro umanamente vicina) o forse sono (solo) stata ben educata al rispetto e al distacco che correla cane e persona.

Il punto è che provo lo stesso dileggio nei confronti di chi pensa di vivere con un cane, senza conoscerne la minima psicologia, senza pensare all’impegno e al sudore che ne comporta educarlo, al di là del proprio innatismo, a chi pubblica sui social una mano, posta sul volante di una macchina belloccia (il più delle volte prestata o in comodato d’uso, con al polso un rolex comprato a rate).

Qual è la differenza d’ego tra i due ?

Qual è la differenza nel sentirsi figo a scegliere un pitbull, per imbalsamarsi di un  “ho un pitbull, sono marronato” al “ho un rolex” lo faccio vedere alla qualunque così, magari, mi sento parte dell’amalgamato?

Per entrambi non siete al vostro posto e dovreste cercare lidi più consoni alla vostra natura.

Zoe si astiene dalla presente, porgendo il suo affetto e la sua vicinanza ai suoi compari canini denigrati e maltrattati.

PERIOLOSO CHI ?

AD ASKA, per sempre mia.

Un abbraccio,

AM

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