Una giornata al lago
La mia umana, in preda alla sua perserverante voglia di evasione, mi carica in macchina, dove ho la mia cucciananna vissuta di “on the road” quotidiani , mi mette la cintura (il cane deve viaggiare in auto all’interno di un trasportino o accessori simili; altrimenti, se non se ne è muniti, dev’ essere tenuto separato dal guidatore tramite una rete divisoria o un altro mezzo idoneo , per esempio, come nel nostro caso, la cintura di sicurezza)
E’ giugno, ma fa caldissimo.
Annamaria prenota un posticino a misura peloso e umano sul lago D’Orta , e ci approdiamo.
L’hotel è bellissimo: campi da tennis, tanto giardino verde aromatico e una piscina a sfioro sul lago, che entusiasma particolarmente la mia persona.
Terminato il check in andiamo in camera, che ha addirittura un soppalco , dov’è posizionato il letto umano. Per me Annamaria ha portato tutto e ci sistemiamo.
Una volta preparati per il sole (Anna, io voglio l’ombra ), ci dirigiamo verso la piscina, dove io posso camminare libera senza guinzaglio. Mi piace. Interagisco, il minimo sindacale con altri cani presenti e corro verso la riva del lago nell’intento di prendere un’oca. Lei, che è dieci volte la mia stazza, si gira male e mi spaventa, facendomi tornare al mio posto.
Col calare della sera ci prepariamo per il ristorante, con vista lago, dove posso tranquillamente far compagnia ad Annamaria a cui, di tanto in tanto, estorco qualche pezzettino di cibo con i miei occhioni neri a palla .
Durante la serata, faccio panciapancia a dei signori simpatici, seduti accanto a noi, ma non mi freno nel mostrare il mio sdegno nei confronti di un barboncino che ci prova con me.
Povero illuso. Io sono una chiui pretenziosa, e mai mi rifilerò un senza pedigree non referenziato.